PARLAMI DI TE, MAMMA
Goffe e gonfie. Ecco cosa siamo quando aspettiamo un bambino. Goffe e gonfie, ma felici, euforiche, lunatiche probabilmente, affamate di sicuro, rotondette e simpatiche (almeno alcune). Poi il bambino nasce, e il grande ruolo di madre ti piomba addosso nell’arco di pochi secondi, e senza neanche accorgertene passano ore, giorni, settimane, mesi e tu all’improvviso sei davanti all’asilo nido e la maestra ti chiama “la mamma di…”
Eccolo lì, il momento è finalmente arrivato. La società ti ha riconosciuto come “la madre di…”, hai un ruolo conclamato, ormai ci sei, e sei quindi pronta a fare il secondo bambino e, se sei fuori di testa come me, anche il terzo. A quel punto non sei più “la madre di…” ma per le tue amiche, i tuoi parenti, i colleghi e gli sconosciuti per la strada sei “la super mamma di…” oppure semplicemente “che coraggio”. Eh già, “che coraggio” è diventato un appellativo, lo sapevate?
Finito di mettere al mondo bambini, tu, che ricorda sei diventata “che coraggio!” per i tuoi simili, riprendi in mano la tua vita e piano piano torni a vestirti decentemente, riprendi il lavoro, corri a destra e sinistra, sei stanca ma lo senti che tutto può funzionare perché “basta volerlo” veramente, e tu lo vuoi più di ogni altra cosa al mondo.
Purtroppo però iniziano a succedere delle cose. Improvvisamente sei inadeguata al lavoro, del resto la vita è fatta di scelte e non puoi pretendere di avere un impiego dignitoso che tra l’altro sai anche fare bene, e contemporaneamente gestire 3 bambini da sola.
Non puoi. Non sei capace. Non puoi. Non sei capace.
Improvvisamente diventi pure inadeguata a casa, perché sei nervosa, vai sempre di fretta, non cucini il passato di verdure biologico, l’autosvezzamento non sai nemmeno cos’è, non fai massaggi sensoriali rilassanti con cromoterapia e inalazioni marine ai tuoi bambini e quindi loro, non abbastanza rilassati, non dormono. E tu nemmeno. Da anni ormai.
Non puoi. Non sei capace. Non puoi. Non sei capace.
La maternità diventa un limite, la gabbia che ti sei costruita intorno da sola, la tua schiavitù, la strada a senso unico tutta in salita che nessuno ha intenzione di aiutarti a percorrere. Brava, sei un genio. Ma non era meglio pensare a te stessa? Se te la ricordi ancora te stessa…
Succede però improvvisamente che i tuoi bambini ridono di cuore, che ti portano un disegno con scritto “ti voglio bene mamma”, che ti fanno la sorpresa di vestirsi da soli così tu, per una volta, non farai tardi al lavoro. Succede questo, e molto altro.
Allora realizzi che tu puoi, che sei capace. Puoi e sei capace.
La maternità è un valore, è la forza della vita che trascina tutto il resto. Senza la vostra storia, la vostra maternità, il mondo sarebbe povero e fermo, e quando vi diranno che dovete rinunciare, scegliere, vi dovete sacrificare in quanto donne e madri, sorridete della loro miseria.
Mea Design, per le mamme di oggi, per quelle di ieri, per quelle che non lo sono ancora e per quelle che forse non lo saranno mai.
Auguri.